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venerdì 13 febbraio 2015

Fotografia sportiva: Mia intervista su Outdoor Passion - LASTAMPA.IT

Trasmettere emozioni, raccontare e informare: è questo ciò che fa un fotografo sportivo. Un mestiere tanto ammirato e interessante, quanto difficile sotto vari aspetti: tecnici, organizzativi, fisici e di mercato. Con le nuove tecnologie, poi, questo mondo è diventato sempre più duro e competitivo e molto spesso si dibatte sul vero valore e sul livello di molti che lavorano nella fotografia sportiva. Molto probabilmente, in questo ambito i vincenti sono quelli che riescono ad abbinare esperienza, amore e passione, talento, umiltà, curiosità e capacità nell'utilizzare al meglio i moderni strumenti. Proprio come Paolo Meitre Libertini, fotografo sportivo specializzato nell'outdoor, apprezzato e conosciuto anche a livello internazionale. Uno che con i suoi scatti sa emozionare, raccontare e informare.
Paolo, com'è iniziata la tua passione per lo sport e per la fotografia sportiva?
La fotografia è da sempre il mio hobby e la mia passione più grande. Mi sono avvicinato dapprima da semplice curioso, in seguito, essendo amante dei rally, proponendomi come scattino ad alcune delle più grandi agenzie operanti nel settore, alla fine degli anni '80. Ho debuttato in alcune gare del campionato regionale ma dopo due gare considerate più commerciali, sono stato dirottato sul campionato mondiale. Quando alla terza uscita ho visto una mia fotografia stampata sulla copertina leader del settore, ho capito che forse non ero poi così scarso. Da qui l’idea di intraprendere un cammino da solista. Negli anni '90 ho iniziato a lavorare specializzandomi sulla neve ed in particolare su di uno sport emergente in quegli anni: lo snowboard.
Quali sono le maggiori difficoltà di questo mestiere?
Attualmente le maggiori difficoltà sono legate al mercato ed alla fortissima concorrenza, non sempre del tutto leale. Ma se da un lato l’interesse per la fotografia è cresciuta grazie alla tecnologia, dall’altro è cresciuta la competenza dell’utente. Questo implica che un fotografo professionista debba sempre realizzare delle immagini che si distinguano da quelle realizzate da qualsiasi persona che utilizzi una reflex.
Quali sono state le tue maggiori gratificazioni?
Per quanto riguarda la professione, direi onestamente di essere abbastanza appagato, anzi, credo di avere avuto più di quanto mi sarei mai aspettato. Da ragazzo, mi sarebbe bastato fare il fotografo di una qualsiasi rally, invece i confini si sono allargati non appena ho iniziato a guardare dentro ad un mirino con curiosità.
A livello tecnico, quali sono i dettagli più importanti quando si segue un evento sportivo?
Qui il discorso si amplia. Per prima cosa, bisogna conoscere bene la disciplina che si fotografa. Un esempio su tutti: se sono in un half pipe, devo conoscere qual è il punto dove il rider uscirà più alto per ottenere la manovra più tecnica e spettacolare. Non è raro vedere delle foto con inquadrature perfette per luce o location, rovinate da una posizione sbagliata dell’atleta. Inoltre, dipende tutto da quale tipo di evento stiamo parlando. Se facciamo un discorso generale, si parte dall’ottenere gli accrediti dall’organizzazione dell’evento stesso. Avere un pass personale, ti permette di accedere in zone riservate ai fotografi ufficiali, anche se questo non vieta di poter ottenere dei buoni scatti fotografando anche da fuori. Più è grande l’evento e più è difficile ottenerli. Se facciamo un esempio estremo, come le Olimpiadi, non è sufficiente essere un buon fotografo o lavorare a basso costo. Bisogna dimostrare di essere giornalisti/fotografi sportivi e dimostrarlo con i documenti appropriati.
Quali sono gli sport più difficili da seguire?
Beh, non ci sono sport facili se vogliamo ottenere delle immagini professionali. Certo tutto si può fotografare, la differenza si vede sempre ad occhio nudo, guardando le immagini prodotte. Inoltre è fondamentale l’utilizzo finale delle foto. Mi spiego: se quello che ci serve è una fotografia che documenta un evento, possiamo anche accontentarci di avere le foto del vincitore, piuttosto che un passaggio spettacolare. Diverso è il discorso se si vogliono ottenere immagini di qualità assoluta. Qui entrano in gioco anche le attrezzature fotografiche. Ma non è detto che possedendo un corredo di fotocamere e ottiche professionali, si ottengano immagini di tutto rispetto. Anzi, se non usate in modo adeguato tali attrezzature possono regalare delusioni non indifferenti.
Come consideri il mondo della comunicazione degli eventi sportivi, a livello generale? 
Il livello di comunicazione secondo me viaggia di pari passo con quello della fotografia, nel senso che, se da una parte le riviste sopravvissute sono sempre meno (parlo di quelle che si trovavano un tempo nelle edicole), dall’altro si fa un grande uso di internet e qui si apre un mondo nuovo. Tutti sono giornalisti e fotografi, ma sono convinto che un attento lettore riesce a cogliere le differenze tra un servizio professionale e uno che invece non lo è.
Cosa consiglieresti a un giovane che si vuole avvicinare alla fotografia sportiva?
Consiglierei di affiancare un fotografo professionista sul campo con umiltà e con la disponibilità di imparare senza fare troppo il fenomeno dopo aver ottenuto qualche scatto carino. Inoltre, per affacciarsi alla professione, è fondamentale crearsi un’identità on line. Possedere un sito ben indicizzato, può aiutare per farsi trovare. Le immagini contenute nelle gallery devono essere di qualità assoluta.
Suggerisco di non caricare centinaia di immagini mediocri. Meglio dieci foto che lasciano senza fiato. Ultimo suggerimento, ma che andrebbe messo in cima, NON REGALARE il proprio materiale e NON LAVORARE GRATIS. Quando inizieranno a chiedere i soldi, tutte le porte si chiuderanno. Questa purtroppo è la tendenza. Per lo meno sul mercato italiano.

Di Marco Ceste

mercoledì 28 gennaio 2015

Fotografia Sportiva : Mondiale Biathlon 2015 Anterselva by Sportful

Paolo Meitre Libertini, Fotografo Sportivo
La fotografia sportiva è il mio mestiere. Forse l’ho detto fino alla noia e forse se stai leggendo questo post, lo avrai intuito.

Ho fotografato nel calcio per squadre e sponsor di serie A, nel mondiale rally e in alcuni dei più grandi, affascinanti e spettacolari raid avventura del globo ma senz'altro posso dire di essere specializzato nelle riprese invernali e sulla neve.  

Il 22/25 gennaio ad Rasun di Anterselva in provincia di Bolzano, nel cuore dell’omonima valle, c'è la Tappa di Coppa del Mondo di Biathlon.  

Il paesino è poco più di una borgata alpina di 2.871 abitanti ma in questi giorni si appresta a ricevere circa 150 mila, avete letto bene, 150 mila spettatori.  

Ho già fotografato in passato questo sport
Dapprima alle olimpiadi di Torino ma più recentemente alle Universiadi del Trentino

In questo caso, come sempre, ho un incarico molto preciso: fotografare la nostra nazionale. Sia gli atleti di quella maschile che le ragazze della femminile.  
Splendidi nostri atleti che per l'occasione sfoggiano livree Sportful rosse come il motto che li accompagna   #redisfaster.  

Le gare si svolgono su tre giornate ma a me ne è concessa una sola, per cui non posso fallire e arrivare a casa senza materiale. 

Fotografare 5 atleti che in due manche mi passeranno davanti circa cinque  volte.  
Detta così sembra semplice!
Se non fossero gare ad inseguimento dove gli sciatori arrivano tutti in gruppo.  
difficile isolare i "miei".  Ma andiamo per ordine. 

Inizia il balletto degli accrediti.
Come da procedura, mi reco sul sito della manifestazione nella sezione dedicata, compilo il form.
“Requisiti accettati” mi dice. Aggiunge però che la procedura non può essere autorizzata in quanto è scaduto il tempo per gli accrediti on line. Iniziamo bene.

Mi arriva comunque un accredito per accedere alle zone Vip, dall’azienda per la quale lavoro: Sportful, appunto.

Non sono soddisfatto e una volta giunti all’ufficio accrediti, tento la carta AIPS.
Questa è la carta  personale che dovrebbe fare la differenza, in quanto viene rilasciata ai professionisti che operano a livello internazionale in eventi sportivi. Diciamo quella che contraddistingue un professionista, cioè che fa questo mestiere, da chi invece non lo è.

Diciamo che è un po’ la prova del nove.
Nelle gare di questo calibro, è praticamente impossibile accedere senza credenziali.

Il primo approccio è piuttosto rigido, in quanto appunto, essendo ormai chiusi tutti gli accrditi non è possibile aggiungere altri fotografi. 

Voilà! La esibisco con orgoglio.
La signorina Rottermeier accenna un sorrisino e mi invita ad accomodarmi per la fototessera da inserire nel pass “ALL” che significa poter andare ovunque!


Vedi, la soddisfazione non è poter accedere, ma poter dire che questo posto me lo sono e me lo sto guadagnando continuamente. Con costanza, specializzandomi sempre di più investendo il mio tempo nel mo lavoro.

Per questo sorrido quando alcuni fotografi o pseudo tali, si atteggiano a primedonne solo perchè magari possiedono un corredo fotografico stellare o perchè si auto celebrano sentendosi "dei grandi fotografi".

Il mio corredo fotografico:
Per fotografare gare di questo tipo, occorre senz'altro un buon tele. Non solo perchè solitamente si lavora da lontano ma soprattutto per giocare con sfondi sfocati che permettono di isolare il soggetto con una nitidezza imbarazzante. 
Personalmente ricerco per le mie inquadrature sfondi carichi di colore, come per esempio la platea di spettatori. Un tele potente la trasforma in un impasto di colori sfuocati ed indefiniti, ed io adoro questo effetto.

Ad Anterselva ho usato:



Paolo Meitre Libertini, fotografo sportivo




martedì 12 agosto 2014

Accrediti internazionali per fotografi sportivi.

Nuovo post dedicato alla richiesta di accrediti.


Ok, abbiamo capito come richiedere ed ottenere l'accredito per l'evento che abbiamo seguito come fotografo. Ci stiamo prendendo gusto e adesso vogliamo di più.


Ci sono le Olimpiadi oppure la partita di Champions League che noi vogliamo seguire e documentare da protagonista. Cosa faccio? Provo a richiedere l'accredito come ho fatto fino ad ora?

Mmmmm.... no qui non funziona. Qui il gioco inizia a farsi serio ed importante. 

Qui iniziano a selezionare.


Il discorso che ho fatto nel precedente post in questo caso va un pochino approfondito.


Considerando che più è grande un evento e più attira l'attenzione dei media, e non avendo a disposizione pass illimitati (per non parlare di interessi legati al business), qui entra in gioco la professionalità.


In questo caso i fotografi/giornalisti professionisti "SPECIALIZZATI" hanno la precedenza. Qui non basta più dire che collaboriamo con il settimanale locale, qui bisogna dimostrare di essere un giornalista/fotografo SPORTIVO.


Per poterlo fare, bisogna aver acquisito il tesserino da giornalista, nel mio caso, quello di pubblicista, ottenuto rispettando le richieste dell' Ordine Nazionale dei giornalisti.


Da qui, l'iscrizione ad un sindacato dei giornalisti per approdare all' USSI Unione Stampa Sportiva Italiana .


E questo già pone i professionisti su di un gradino superiore rispetto ai NON professionisti o professionisti NON specializzati in giornalismo sportivo.


Ulteriore riconoscimento della professione avviene quando si riesce ad ottenere SUL CAMPO la tessera AISP (International Siports Press Association) valida per tutti gli eventi internazionali 
di: Africa, Asia, America, Europa.


Inoltre, entrando a far parte di AISP si entra di diritto nel circuito internazionale di informative stampa ottenendo periodicamente informazioni strettamente riservate come per esempio l'apertura delle richieste di accredito alle prossime Olimpiadi, i Mondiali di  Calcio ecc.... e i relativi contatti diretti dove nel caso, sarà sufficiente presentarsi e comunicare il proprio numero AISP e sperare di essere arrivati in tempo.


Può sembrare complicato, ma con costanza e devozione alla professione .... ci si può arrivare in un paio di anni.


PML 

mercoledì 19 febbraio 2014

Fotografia sportiva: Campionato Italiano velocità su ghiaccio Ice Series.

Con la gara di Pragelato, in provincia di Torino, svoltasi il 15/16 di febbraio, si conclude il circuito nazionale del Campionato Italiano Velocità su ghiaccio Ice Series.

Una media di 35 auto da rally, alcune bellissime, hanno popolato questo colorato circolo dal fondo scivoloso ricco di gomme chiodate e tanta neve.

Abbiamo seguito tre delle 4 gare in programma dove siamo riusciti a fotografare nelle milgiori situazioni di luce, ma anche in quelle peggiori: 
Al grande freddo in ombra e sotto la bufera con diversi gradi al di sotto dello zero.

Con i ragazzi che hanno partecipato ai corsi di fotografia sportiva con la formula della experience full immersion, abbiamo approfondito le differenti tecniche che si utilizzano nella fotografia d'azione lavorando come fotografi ufficiali accreditati. Questo ci ha permesso di raggiungere quelle postazioni riservate ai soli fotografi professionisti.

A cominciare dalla  tecnica del panning con l'ausilio di diversi tempi e diverse ottiche.

Analizzando l'esposizione sulla neve in luce e controluce.

Il taglio reportage, per documentare tutte le fasi di un evento ad iniziare dai preparativi, ai retroscena al back stage, ci ha permesso di realizzare dei book fotografici a tema, veri e propri racconti per immagini.

Le auto hanno che aggiunto un aspetto coreografico e cromatico, sono state le vere protagoniste assieme ai piloti, sapienti domatori delle stesse che non si sono risparmiati regalando passaggi di grande suggestione che facevano letteralmente impazzire gli appassionati di fotografia e ovviamente di auto da corsa. 

Il bilancio della stagione pertanto posso dire che è senz'altro positivo come potete vedere dalle immagini prodotte sulle gallery  super action  pubblicate sui nostri canali.


PML

giovedì 13 febbraio 2014

Fotografia Sportiva: La Winter Marathon 2014

Fotografare all'aperto non è un problema per noi Outdoor Photographers, è idealmente in nostro terreno, la nostra dimensione. 

Amiamo stare e fotografare all'aperto, amiamo la montagna amiamo la neve amiamo il freddo sulla faccia e il vento che soffia forte.

Questo gennaio devo dire di essere stato pienamente soddisfatto avendo trovato tutte queste situazioni tanto amate. E tutte assieme. Un inizio anno freddo ed innevato come quelli di una volta direbbe qualcuno.

Alla Winter Marathon, giunta alla sua 26ima edizione, dopo il consueto ritiro degli accrediti in sala stampa, siamo partiti con il cielo coperto e non troppo freddo, ma considerando che la gara  si svolgeva quasi completamente di notte, con l'arrivare del buio, le temperature sono precipitate vertiginosamente da + 5° a - 10° in un batter d'occhio.

Abbiamo iniziato a seguire la carovana di auto arrivando fino al Passo Pordoi dove il vento soffiava forte e le vetture erano avvolte in nuvole di ghiaccio nebulizzato che illuminate dai fari in controluce creavano situazioni suggestive per le nostre immagini.

Nonostante il freddo, le nostre fotocamere non hanno avuto alcun tipo di problema (a differenza delle nostre mani). Abbiamo fotografato con Nikon D3S  D300S e D90 ottiche luminose come il 70/200 f 2,8 ed il fish eye da 10,5 mm

La gara è iniziata alle 14,00 da Madonna di Campiglio per concludersi nella piazza centrale della stessa cittadina dopo 400 chilometri e tre passi montani alle 2,00 circa.

Una bella sfacchinata per noi soprattutto per il chilometraggio coperto, ripagata dalla situazioni fotografiche che siamo riusciti a ricreare.

Dopo la breve notte in casetta, la colazione e la valutazione degli scatti post prodotti con Photoshop, ci siamo ritrovati a fotografare ancora le auto sul circuito ghiacciato. La situazione non era delle migliori in quanto le abbondanti nevicate dei giorni precedenti, avaevano creato dei muri ai lati della pista alti tre metri. Abbiamo pertanto dovuto fotografare dall'alto le auto che si sfidavano sull'ovale. 

Qui le nostre fotografie della Winter Martahon 2014.


PML


lunedì 3 febbraio 2014

Fotografare oltre confine o a Livigno? Portatevi le fatture di acquisto.



La scorsa domenica  ero a Livigno per far fotografie al campionato italiano delle ICE SERIES, il campionato di velocità su ghiaccio.



Il buongiorno si vede dal mattino, quando cioè abbiamo dovuto spalare per uscire la macchina dal parcheggio posto alla fine di una corta ma ripida rampa!!

A parte il freddo polare con tanto di bufera di neve, ghiaccio e vento che penetrando nelle ossa regalava una visibilità prossima allo zero, e di conseguenza una luce terrificante per fotografare, le auto iniziano a girare con parecchio ritardo. Poco male.

Dopo aver ritirato gli accrediti  e aver salutato gli amici dell’organizzazione, prendiamo posto rispettando le direttive del commissario di percorso ed iniziamo a lavorare.

Dopo la pausa pranzo, arriva tanto velocemente quanto inaspettato il sole e addirittura il caldo (nemico per eccellenza del ghiaccio ma tanto amato per gli estimatori della luce come i fotografi). Il forte vento che prima ci ostacolava, ora diventa nostro alleato sparpagliando le nuvole regalandoci un’oretta di luce magica e cielo terso.

E fin qui tutto bene.

Il bello deve ancora arrivare! Il giorno dopo, in fase di rientro verso casa, sistemo tutte le mie cose nel bagagliaio come di consueto e parto ignaro di quello che mi sta per succedere.

Premetto che giro il globo per fotografare dalla fine degli anni 80 e che questa sarà la centesima volta che vengo a fotografare a Livigno e mai mi era successa una cosa del genere.

Arrivo in dogana: “Buon giorno, provenienza? Cosa trasporta? Come mai a Livigno?”

Rispondo e alla voce: sono giornalista fotografo:

“Bene bene! Apra questo zaino. Di chi sono tutte queste macchine fotografiche (una D300S con 70/200 2,8 montato + D200 !!). Può dimostrare che non le ha acquistate a Livigno con le fatture originali o con un documento che accerta che sono sue?”

Rispondo che si vede palesemente che sono fotocamere stra-usate da anni.

“A me non interessa, chi mi dice che lei non contrabbanda fotocamere usate?”

Morale: perquisizione e catalogazione di tutta l’attrezzatura con richiesta di invio documentazione relativa al materiale entro 15 gg pena il sequestro!!!. Compresa la fattura del 50 mm 1,8 acquistato nel 1997!!


Ok, non discuto, d'altronde questa è la procedura e questo è il mestiere dei funzionari dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che vigliano anche per noi (oltre che SU di noi).

Pertanto questo mio post, non vuole essere assolutamente una lamentela (ho sbagliato sicuramente non informandomi  in anticipo) ma lo pubblico come testimonianza personale e lo condivido come piccolo consiglio:

Ogni volta che varcate un confine o andate a Livigno, portate con voi sempre una distinta compilata con tutta l’attrezzatura che avete a seguito con tanto di numeri di matricola di ogni pezzo, comprovante il luogo d’acquisto e/o la regolarità fiscale del bene in oggetto !!

E alla domanda: "Nulla da dichiarare?"

"Si: attrezzatura fotografica portata da casa e regolarmente registrata come può vedere da questa distinta che ho pronta in doppia copia".

Non fate come me!

lunedì 20 gennaio 2014

Fotografia sportiva e Outdoor: "La Grande Odyssée 2014"



Gli OP alla famosissima gara con i cani da slitta  La Grande Odyssée Savoie Mont Blanc.


“La Grande Odyssée Savoie Mont Blanc” è gara di sleddog più lunga al mondo, dedicata ai musher, (conduttori di slitta) con esperienze sulle medie e lunghe distanze, con slitte trainate anche da 14 cani. 
I 25 equipaggi in gara, provenienti da 12 diversi paesi, sono attesi da oltre 800 km di piste e da moltissimi spettatori pronti ad applaudire cani e musher in tutte e 10 le tappe, nei centri innevati dei villaggi alpini o in alcuni dei paesaggi naturali più intatti delle Alpi Occidentali. Noi abbiamo seguito la tappa di “ Val Cenis Lanslebourg - Base Polar”

Sabato 18 gennaio 2014
Val Cenis Lanslebourg - Base Polar

Arriviamo all’ufficio stampa presso l’Office du Tourisme di Lanslebourg  per ritirare gli accrediti ele pettorine che saranno il nostro lascia passare lungo le piste e nelle zone riservate ai fotografi ufficiali, qui presenti in modo imponente.
In attesa della coreografica partenza nel viale principale di Lanslebourg, stile Iditarod, per l’occasione innevato ad hoc, iniziamo  a fotografare La Grande Odyssee nella zona assistenza, cioè la zona dove i cani sono assistiti dai veterinari e dove inizia la preparazione vera e propria per la tappa che partendo da Lanslebourg  porterà alla Base Polar sul colle del Moncenisio a 2083 mt.

La sessione è tutta in notturna, pertanto per i musher, alla difficoltà di correre nel buio sulla pista gelata, si è aggiunto il fastidio di un forte vento accompagnato da bufera di neve che ha messo in forse lo svolgimento di questa tappa, fortunatamente partita regolarmente alle ore 17,00 come da programma.

Fotografia alla partenza tra due ali di folla, e poi salita verso il bivacco notturno dove le nostre attrezzature, vengono messe a dura prova dalle temperature da “basa polare”.

Gli equipaggi iniziano ad arrivare in torno alle ore 20,30.
La situazione è suggestiva. Il campo base è illuminato solo dalle lampade frontali dei musher e dei loro assistenti e veterinari.

Il musher leader della gara, Benoit Verin  aumenterà la sua leadership nel Trofeo Grande Odyssée arrivando al bivacco , con più di un quarto d'ora prima del suo inseguitore, il giovane russo Alex Stolyarov .

Se da un lato la situazione è suggestiva, dall’altro crea un po’ di problemi fotografici legati alla mancanza di luce che superiamo alzando le iso (anche fino a 6400).
Vietato utilizzare i flash per preservare l’atmosfera del momento .


 Domenica 19 gennaio 2014
Col du Mont Cenis - Val Cenis Lanslevillard

Sveglia all’alba per doppiare la risalita.
Ancora alla base Polar che oggi, per la prima volta, vediamo illuminata, si fa per dire, dalla luce del giorno. Anche oggi, vento freddo ghiaccio e visibilità ridotta.

Gli equipaggi non demordono e partono alla volta di Lanslevillard, paese che chiude la tappa odierna, che costeggia il Lago del Moncenisio. Purtroppo per noi è completamente coperto dalle nuvole basse che ne impediscono la vista.

In mezzo alla nebbia, cerchiamo una postazione che ci consenta di fotografare. Non è facile considerando che senza sfondi, le slitte sembravo galleggiare nel bianco.
Riusciamo ad individuare una parete di roccia scura, che ci permette di creare uno sfondo contrastato.

Peccato per il cielo coperto che ci ha nascosto per tutto il tempo le meraviglie di queste vallate.

Malgrado questo, torniamo a casa soddisfatti per la bella esperienza vissuta a seguito di questa splendida gara, dalla spiccata vocazionefotografica.



Visualizza qui sotto il video del backstage  della nostra breve ma intensa esperienza fotografica.



martedì 14 gennaio 2014

Fotografia sportiva: " Il Panning"


Tecnica utilizzata con auto sul ghiaccio

Gennaio 2014
Inizia la Ice Series La serie automobilistica internazionale sul ghiaccio Made in Italy.

Nella tappa di Pragelato, in provincia di Torino, ho fotografato per circa un paio di ore.
Ammetto che mi aspettavo qualcosa di già visto e poco interessante, invece l’approccio è stato decisamente coinvolgente.

Per prima cosa, non mi aspettavo così tanto pubblico, inoltre non credevo che partecipassero auto da corsa così belle e fotogeniche, ma soprattutto non mi aspettavo così tanta velocità sul ghiaccio! Fotograficamente parlando, mi sono davvero divertito.

Dopo aver fatto regolare richiesta di accredito all'organizzazione, ritiro la pettorina, entro nel circuito ed inizio a vagare alla ricerca di una buona postazione. 
“Non farò fatica a posizionarmi, vista la mia esperienza nei rally” ho pensato tra me e me.

Primo errore: nei rally preferisco solitamente posizionarmi all’uscita delle curve in quanto le auto, scodando, danno origine a sbandate e traversi altamente spettacolari. Qui non è così.
I piloti adottano una tecnica di guida completamente diversa: Staccate lunghissime che finiscono in pendoli impressionanti, utili per intraversare l'auto ed inserirla in curva  di traverso ed uscire dritti dalla stessa. Quindi, ruote dritte e niente (o quasi) controsterzi. Secondo problema, la pista è tutta in ombra.

Questo significa che oltre ad avere meno luce, sulla neve avrò una forte dominante blu. Poco male, faccio le mie misurazioni e imposto il mio set di ripresa.

Sto utilizzando una Nikon D300S con il 50mm f 1,8.
Decido di fare un po’ di panning (soggetto fermo su sfondo in movimento).

La tecnica del panning può risultare difficoltosa all’inizio, ma con un po’ di pratica si possono ottenere dei risultati davvero affascinanti.

In realtà esistono diversi approcci a questa tecnica ma in questo post mi limiterò a descrivere come ho realizzato queste fotografie di panning.

Come dicevo, non è difficile. Volendo semplificare, bisogna scattare con un tempo lungo (a seconda dell’obbiettivo utilizzato si può iniziare da 1/125 fino ad arrivare ad 1/15) e seguire perfettamente il soggetto in movimento.

Un'attenzione particolare va riservata, come sempre alla scelta dell sfondo.
Occorre scegliere con cura uno sfondo colorato ed irregolare. Ottimo per esempio inquadrare la folla oppure degli alberi.

 I colori vivaci delle giacche a vento del pubblico creeranno dei giochi cromatici sullo sfondo così come gli intervalli di luce tra i rami, regaleranno strisce luminose dietro al nostro soggetto. 

Se il soggetto viene inquadrato con uno sfondo uniforme (per esempio inquadrando solo neve) il risultato sarà molto meno efficace.  Evitiamo  di inquadrare striscioni o elementi di disturbo (transenne o altro).

La Tecnica:
Il mio consiglio è quello di utilizzare autofocus continuo con area dinamica centrale, un punto di messa a fuoco e motore con scatto in sequenza veloce.

In Pratica:
Per ottenere un buon risultato, sia la fotocamera che il soggetto, devono muoversi in perfetta sincronia. Consiglio di seguire il soggetto prima durante e dopo lo scatto cercando di mantenerlo sempre inquadrato all’interno del mirino.

In questa situazione, ho puntato il punto AF singolo sul logo dell’auto, inserito nel mezzo della mascherina frontale per le immagini centrate e sul fanale sinistro per le immagini scentrate.
 
In fase di ripresa, ho iniziato a seguire l’auto fin da quando si avvicinava al punto di scatto, per abitarmi alla sua velocità.

Una volta inserita nel mirino, ho iniziato a scattare in sequenza veloce continuando a seguirla anche dopo lo scatto. 

Viaggiando alla stessa velocità ( fotocamera e soggetto), utilizzando un tempo relativamente lungo, tutto quando si trova davanti e dietro al soggetto, risulterà molto mosso conferendo all’immagine una grande dinamicità e senso di velocità.

PML



fotografia sportiva consigli pratici: Il panning

















mercoledì 25 dicembre 2013

Fotografia sportiva: OP FOTO XPERIENCE AL 26° WINTER UNIVERSIADE DEL TRENTINO 2013




                                                         



OP FOTO-EXPERIENCE ALLA WINTER UNIVERSIADE DEL TRENTINO
Corso di Fotografia Sportiva & Outdoor  by Paolo Meitre Libertini


Esordio in casa OP (www.outdoorphotographers.it)

Con la rubrica fotografica realizzata per o canali si Outdoor Passion e con l’inverno, inizia una nuova sezione di esperienze fotografiche, denominata a OP foto-experience e lo fa in grande stile con la nostra presenza alle 26°Winter Universiade del Trentino con Il nostro piccolo staff composto da 4 fotografi provenienti da Milano, Bergamo, dalla Valle d’Aosta e il sottoscritto da Torino.
Organizzare una trasferta come questa, significa partire in tempo per poter inoltrare le richieste di accredito all’organizzazione internazionale, per l’invio dei documenti necessari (Iscrizione alla USSI / AISP) e le foto da inserire sui pass. Coordinare tutti gli orari, gli spostamenti , trovare e riservare l’alloggio.

Per assurdo, l’aspetto fotografico, resta quasi l’ultimo problema in ordine di cronologia. La manifestazione aveva una durata di 11 giorni, ma purtroppo noi abbiamo avuto la possibilità di lavorare solo nel week end. Per cui, primo vincolo: trovare una sistemazione che ci permettesse di poter seguire la maggior parte degli eventi in programma, senza dover effettuare spostamenti chilometrici. Dopo un’accurata ricerca, la scelta è caduta sulla Val di Fiemme ed in particolare su Ziano di Fiemme, piccola località a cinque minuti dal lago di Tesero e Predazzo luoghi che ospitavano le gare di biathlon, fondo, e trampolino. A circa 15 minuti inoltre, la cittadina di Cavalese che invece possiede lo stadio del ghiaccio dove si sono disputate alcune partite di ice hockey. Sulla via del ritorno, sopra a Trento, Monte Bondone per lo snowboard e poi ancora giù in città per il pattinaggio artistico.

Per quanto riguarda l’attrezzatura fotografica, quella da grandi occasioni: Doppi corpi macchina, Nikon D800, D300s e anche D3X . teleobiettivi che andavano dal 70/200 al 200/400 al 300 mm più alcuni grandangoli spinti, come il fisheye da 10,5mm.



Primo giorno:

Tre tappe sull’autostrada TO/MI/VE : Santhià per tirare su Alexis che arriva da Aosta, Milano per Marcello e Bergamo per Maurizio. Viaggio fino a Trento dove, al Sanbapòlis è situato il cuore pulsante delle Universiadi e dove completiamo gli accrediti ritirando i pass e le pettorine che certificano la nostra ufficialità come fotografi.

Sbrigate le iscrizioni varie, ripartiamo verso Ziano di Fiemme. Saliamo, saliamo e saliamo ma non troviamo tracce di neve. Inquietante! Decidiamo di andare a fare un primo sopralluogo appena arrivati. E’ di fondamentale importanza arrivare il giorno delle gare e sapere già dove posizionarsi. I fotografi sono una brutta razza: Ovviamente tutti cercano il posto migliore e arrivano 2 ore prima per posizionarsi.





Secondo giorno:

Sveglia quasi all’alba, colazione abbondante per arrivare al lago (di Tesero) dove iniziano i training di duathlon: tutti all’ombra, il freddo ci dà il benvenuto. Tiriamo fuori le fotocamere, montiamo i tele, qui si lavora solo da lontano ma con un 70/200 si possono già ottenere buoni risultati. Considerando che gli sfondi sono “sporchi” (case, cartelli ecc..) dobbiamo lavorare con diaframmi aperti per sfuocare tutto quanto dietro i nostri soggetti.

Iniziamo a scattare senza sosta. Dal duathlon passiamo al fondo. Molto interessanti, fotograficamente, tutti i retroscena delle gare: le preparazioni, la sciolinatura, il riscaldamento ecc… Un’aspetto che adoro della fotografia sportiva, è legato alle espressioni degli atleti. Si possono fotografare occhi smarriti, arrabbiati, commossi. Volti sotto sforzo, urla liberatorie ecc…

Viviamo in questi giorni, in una dimensione olimpica. Siamo al centro del villaggio che ospita il team norvegese accanto quello giapponese. Tutte le persone accanto a noi indossano tute colorate , tutto intorno è colore e si percepisce nell’aria adrenalina pura. Le fotocamere sembrano possedute, sembra vogliano sfuggire dalle nostre mani per andare a fotografare tutto quanto !! Contagioso!

Quando scende il buio ci spostiamo in zona trampolino. Anche qui la neve che troviamo ricopre appena le strutture. Qui si fa sul serio. È buio, i fari illuminano la neve conferendogli una dominante gialla. Fotograficamente risolviamo il problema scattando in raw o impostando un bilanciamento del bianco adeguato. Ma i problemi non sono solo legati alle dominanti. Qui gli atleti sfrecciano via veloci, come proiettili. I nostri autofocus vengono messi a dura prova. Personalmente monto il 70/200 2,8 e dopo varie prove fatte con gli apripista, decido di impostare il fuoco manuale e scatto con un motore veloce. Davanti a me, la luna quasi piena. Iso piuttosto alti per poter scattare almeno ad 1/800 sec e bloccare l’azione.

La giornata però non finisce qui: Cena e poi alla fine incontro di hockey su ghiaccio. Posti assegnati per i fotografi. Io riesco ad intrufolarmi dietro le panchine delle nazionali. L’aria è elettrica. Le azioni sono velocissime ed il dischetto quasi non si vede (specialmente seguendo le azioni attraverso il mirino con un tele montato dove tutto è ristretto al piccolo campo visivo). Tempi rapidissimi e iso alle stelle.

Fine incontro, stanchi dopo una full immersion fotografica. Rientriamo a casa dove scarichiamo i file prodotti (centinaia di scatti) e facciamo una veloce valutazione, un pò di post produzione ed archiviazione.

Quando spegniamo le luci, la stanza sembra addobbata a natale con tutte le lucine lampeggianti dei carica batterie delle fotocamere. Un presepe fatto da fotografi !!

Terzo giorno:

Oggi ce la prendiamo relativamente comoda poiché le prime session iniziano alle 9,30 al Monte Bondone dove ad aspettarci c’è il pipe per lo snowboard. Grazie ad un burlone ipad/navigatore, la prendiamo un pelino larga ed arriviamo al nostro spot con un po’ di ritardo. Poco male, il pipe è tutto in ombra, arriviamo giusto in tempo per iniziare a fotografare con il sole. È solo un training, ma lavorare durante le prove, è quasi meglio perché i riders girano senza pressione. Photosession con obiettivi corti e fish eye e i motori volano a svariati fotogrammi al secondo per immortalare sequenze della manovre aeree. Pranzo presso l’accoglienza della zona stampa poi via verso Trento per la sessione finale alle qualificazioni di pattinaggio artistico. Accoglienza e distribuzione dei posti a bordo pista con tanto di indottrinamento per i regolamenti che dobbiamo rispettare. Concludiamo la nostra esperienza con le grazie delle pattinatrici sul ghiaccio che volteggiano lasciando senza fiato il pubblico rubando applausi ad ogni rotazione. Zoom da 200, fuoco continuo e motore al massimo. Iso alte e tempi rapidi. E’ Trento quindi che prima ci ha dato il benvenuto e adesso ci saluta alla fine del nostro repotage; una breve ma intensa esperienza fotografica alle Universiadi del Trentino 2013

Fotografia Sportiva Gallery Winter Universiade Trentino
















Per le prossime experience: www.paolomeitrelibertini.com  pmlibertini@gmail.com

martedì 24 dicembre 2013

La fotografia al centro dell'attenzione



Spesso mi incuriosisco ascoltando commenti che descrivono quello che rappresenta la fotografia.

La sensazione a volte fastidiosa che provo, è che l'attenzione si sia spostata dalla fotografia, dall'immagine, dallo scatto, all'attrezzatura fotografica. Sembra quasi che il compito di realizzare una buona immagine, spetti all'ultimo modello di questa o quella macchina fotografica. Perchè per ottenere lo scatto perfetto, occorra quell'obbiettivo o quel tipo di cavalletto, mentre si tralascia la questione più importante: "La foto la faccio io oppure la mia macchina da svariati milioni di pixel"?

Un fotografo che arriva dalla pellicola, come chi scrive, ammettendo di essere approdato al digitale non del tutto in modo indolore, non riesce a non apprezzare quanto di buono ci abbia portato la tecnologia digitale. Quanto questo ci abbia semplificato la vita.

La sensazione è che a volte la curiosità, la ricerca, la preparazione per organizzare un'uscita fotografica, passino in secondo piano rispetto al tipo di fotocamera che abbiamo acquistato.
Per non parlare dell'infinità di informazioni che ci bombardano da ogni direzione.Se solo abbiamo un dubbio o una curiosità su un qualsiasi motivo, basta andare su internet per confondersi ancora di più le idee.

Per questo, in questo spazio, sceglierò un linguaggio semplice per parlare di fotografia. Di come si ottiene una buona immagine fotografica, indipendentemente dall'attrezzatura utilizzata.
Questo blog, sarà un punto di incontro dove sarà facile ed intuitivo parlare di come si ottiene una buona immagine, a prescindere. La fotografia sportiva sarà filo conduttore.